Noventa di Piave. Non solo moda e shopping

Noventa di Piave è un piccolo comune del veneziano. Poco meno di settemila anime, ma è tra i più conosciuti o, meglio, frequentati dell’area metropolitana di Venezia. Perquanto grazioso, l’abitato non è sulla bocca di tutti per le sue bellezze naturalistiche o artistiche, bensì per l’unico Outlet Village presente inVeneto. Il “Noventa Designer Outlet” della catena Mc Arthur Glen è a tutti gli effetti una delle mete preferite di oltre tre milioni e seicentomilavisitatori, provenienti dall’Italia e dal resto dell’Europa, nonché dallaRussia, Cina e Corea. Per di più, stando alle cronache più recenti non mancherebbero turisti d’oltreoceano, in particolare statunitensi.

 

Detto in tal modo, Noventa di Piave si risolverebbe del tutto nello shopping e nell’alta moda: ma non è così. Anch’esso racchiude un piccolo tesoro, un sito archeologico, la cui esplorazione non può dirsi del tutto completata. Una volta ogni tanto, il merito della scoperta è della frenesia edilizia, il boom edilizio che ha colpito anche questa località sul finire degli anni ’70.
Nel 1976, l’asportazione del terreno per la costruzione di un edificio a più piani mise alla luce delle murature, lacerti di strutture e resti di pavimenti, che furono interpretati come parti di un qualche edificio antico. In un primo momento si pensò ai resti dell’antica chiesa, dedicata a San Mauro, eretta nell’XI secolo e rasa al suolo nel corso dei combattimenti della Prima Guerra Mondiale.
Invece, le successive campagne archeologiche, avviate per raccogliere ulteriori informazioni e per salvaguardare le strutture scoperte, lo identificarono come uno sito pluristratificato. La prima fase di occupazione del sito comincia nell’età repubblicana e termina in età tardo imperiale (III-IV secolo d.C.). La seconda fase coincide con i diversi edifici ecclesiastici, a partire dal VII-VIII secolo fino alla primigenia arcipretale di San Mauro.

 

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La villa rustica di età repubblicana, frutto della sovrapposizione di più fasi costruttive, possedeva una zona residenziale e di rappresentanza, con vani, tra i quali uno rettangolare, che avevano dei mosaici, pareti decorati. Una parte era, invece, destinata alle attività produttive.
La felice posizione geografica del luogo ha certamente giocato un ruolo fondamentale nella scelta: l’adiacente corso del Piave, e i probabili approdi fluviali, lungo il quale si svolgeva il traffico tra le valli dolomitiche e il porto altinate; e la stessa vicinanza con la Via Annia, che collegava le due grandi città di Adria e Aquileia, erano dei raccordi notevoli per gli aspetti commerciali. Quindi, la villa rustica era stata tirata su in funzione del paesaggio, una campagna fertile e favorevole alle attività agricole, che avrebbero trovato sbocco veicolare nella via di comunicazione stradale e nel percorso fluviale.
La fine dell’insediamento di età repubblicana, cristallizzatosi tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C., potrebbe trovare una risposta nell’identificazione di uno strato di carboni e cenere sui pavimenti, probabilmente causato da un incendio.

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L’ultima manifestazione antica è evidenziata dalla villa tardo imperiale, eretta sul sedime delle strutture precedenti. L’impianto abitativo appare modificato. Possiede cinque vani e i pavimenti musivi presentano analoghe tipologie costruttive ed ornamentali della “Basilica Apostolorum” di Concordia Sagittaria.
La cesura tra il modello della vita e il nuovo insediamento altomedievale è stata determinata dall’abbandono conseguente alla grande crisi, che si fa tradizionalmente coincidere con il periodo delle invasioni. Il complesso venne abbandonato ed inizia così la nuova fase di occupazione. Le prime strutture religiose cristiane, che tendevano, anche per ovvie motivazioni di opportunità economica, a conservare in parte gli assetti edilizi preesistenti.

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Un piccolo cenno per l’edificio eretto nell’XI secolo, sul sedime vecchio di secoli. L’arcipretale di San Mauro custodiva numerose opere, che, purtroppo, sono andate irrimediabilmente perdute nel 1917. Tra queste vi erano la Pala dell’altare maggiore, con la Vergine e San Mauro, attribuito a Palma il Giovane; dello stesso autore anche la Pala del Crocefisso, sull’omonimo altare; un Battesimo di Cristo sul Giordano di Paolo Veronese; il coro dello scultore Brustolon; o ancora il portale, detta la Porta dei Furlani di Jacopo Sansovino.
La sua torre campanaria, del XVI secolo, era stata realizzata su base quadrata con un’altezza di 45 metri. Nei primi giorni di novembre del 1917, gli Italiani, prima di ritirarsi sulla riva destra del Piave, la fecero saltare. Le campane, rimaste sepolte tra le macerie, nel 1925 furono solennemente issate sul campanile della nuova chiesa, dove tuttora si trovano.

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28 commenti su “Noventa di Piave. Non solo moda e shopping

  1. Abito vicino, e se devo essere sincera ,detesto tutto l’afflusso di persone in visita all’ outlet
    Comunque ti ringrazio tanto di ciò che hai scritto, perché finalmente si può conoscere questa cittadina per altri aspetti molto interessanti

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    • Dici bene. Noventa custodisce altri piccoli tesori, che aspettano solo di essere conosciuti e, soprattutto, vissuti. Grazie per il commento. Mi ha fatto molto piacere, peraltro la descrizione dei molti gioielli presenti tra i nostri mille e mille campanili è una, se non la maggiore, delle finalità del mio blog. Grazie ancora e ti auguro un sereno Natale davvero speciale. Marco

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  2. la nostra Italia contiene un sacco di siti storici, molti li stanno ancora scoprendo. La cosa brutta è che molti non li conoscono, magari vanno nella patria dello shopping e trascurano la parte viva di un territorio dalle mille sorprese.

    Bello questo post.

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    • In effetti, le fotografie sgranate dei primi del ‘900 riescono solo a darcene una pallida idea; e spero vivamente che l’area archeologica non faccia la fine di altre esperienze similari. Sarebbe veramente un peccato, soprattutto per Noventa, una località graziosa, ospitale e custode di altri piccoli tesori. Grazie per il commento e colgo l’occasione per augurarti tantissimi auguri di Buon Natale. Marco.

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      • Noventa l’ho vista più volte e sarebbe un peccato che questi piccoli tesori sparissero.
        Ricambio di cuore gli auguri. Siano serene le tue feste.
        Gian Paolo

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  3. Buon giorno Amico sempre presente la mattina da me. Ma tu sei un professore di storia e letteratura per caso? Un piccolo errore mi posso permettere? “area metropolitana di Venezia”? Ma se me la sono girata a piedi da nord a sud in meno di venti minuti circa?! Non la ritengo più grande due volte Lugano. Direi un’area grande quanto un’isola che barcolla un po’ se continua a innalzarsi con le palafitte. Vivrei più volentieri al Lido di Venezia che nel Capoluogo. La laguna, rispetto al mar adriatico, mi dava un senso di tristezza. Perdonatemi, non sono critiche. Io amo tutto dell’Italia. Qualcosa può essere migliore di altre ma solo a mio parere anche errato. Faccio un Reblog perché la maestanza di questo Docente l’amo quanto la mia Amica (… forse…) ❤❤❤❤

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    • Cara Sabry, come avrai capito amo iniziare presto la giornata. È stupendo osservare la quiete di un quartiere, che da lì a qualche minuto riprenderà il proprio trantran rumoroso. Lo stesso silenzio è meraviglioso, rotto solo dal risveglio dei merli e dalla curiosità dei pettirossi. Per quanto riguarda il resto, ho insegnato per qualche anno, spesso dando un senso agli studi compiuti in gioventù: storia antica ed archeologia. Area metropolitana di Venezia? Una istituzione di questi tempi, che non trova in me un assertore convinto, anzi. Tuttavia mia dolce Sabry, dubito vivamente che tu sia riuscita a girarla in venti minuti, dato che riunifica a se comuni tra loro molto lontani. Tanto per esempio le due località balneari di Sottomarina e Jesolo sono a tutti gli effetti all’interno della cosiddetta area metropolitana. Infine, su Venezia. L’accademico francese Huyghe vedeva in Venezia una città che richiama a una continua meditazione sulla vita e sulla morte; mentre un altro suo collega affermava: perdersi in Venezia significa ritrovarsi, ritrovarsi in se stessi, ritrovare quello che ognuno ha in se di più essenziale, di più profondo. Venezia interagisce con l’animo di chi vuole osservarla nel suo profondo, per cui si trasformerà sulla scorta dei nostri occhi e del nostro animo. Non hai idea quante volte mi si è presentata triste, come tante altre volte mi ha rincuorato nell’Algeria e così via. L’unica cosa, bisogna viverla. Cara Sabry, non hai nulla da farti perdonare, anzi. Un bacione e ti auguro un meraviglioso Santo Natale e che le feste sappiano soddisfare i tuoi desideri. Marco

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  4. L’Italia è davvero bellissima e noi italiani la conosciamo tanto poco Io tra questi.

    Colgo l’occasione per farti i migliori auguri per delle feste serene ma soprattutto per un anno migliore per tutti ma proprio tutti noi.

    sherazade 🌹🌹🌹❤

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  5. Davvero interessante post con foto che mettono bene in evidenza il sito archeologico. A volte ignoriamo quanto anche i piccoli centri siano ricchi di testimonianze antiche. Ma tu sai metterci al corrente. Grazie prezioso amico. Isabella

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