La “Stele del pan”. Un vandalismo di carnevale

Anche questo carnevale è ormai alle porte e Venezia si prepara a vivere gli ultimi scampoli della festa più colorata e divertente dell’anno. Le forze dell’ordine presidiano la città, per evitare che possano verificarsi stupidi atti vandalici e danneggiamenti vari. Tuttavia, si devono registrare gesti assurdi e insensati, come la coppia di focosi “amanti”, che non è riuscita proprio a resistere al richiamo della passione ai piedi del ponte di Calatrava, nei pressi di Piazzale Roma. Una scena indecente non nuova, dato che nel passato – anche recente – altre coppie si sono distinte in queste esibizioni degne di biasimo. Comunque sia, incurante del luogo e delle centinaia di persone assiepate attorno, per lo più preoccupate di riprendere l’intero amplesso

coppia_focosa
immagine tratta dal web

e divulgare questo edificante momento via web, la coppietta a malincuore è stata fermata dagli agenti della polizia municipale e denunciata all’Autorità giudiziaria. A quanto pare i due hanno poco meno di quarant’anni: lei veneziana, lui dell’entroterra. Mah! Bel segnale per capire in quale degrado morale e sociale siamo avvolti.

Purtroppo, ci sono stati altri atti assurdi. La tendenza di sporcare le mura dei palazzi e delle chiese con le bombolette spray non è venuta meno, anzi. Si registrano nuove scritte incomprensibili, scarabocchi e parolacce volgari. Inoltre, per non farsi mancare nulla, qualche genio ha ben pensato di lasciare traccia della sua misera esistenza, imbrattando la cosiddetta “Stele del pan”, collocata alla fine della Calle Dolfin, adiacente al Campo dei Santi Apostoli, a pochi passi da Rialto.

Stele_Sottoportego_Falier_Rio_Apostoli_Venezia.jpg

La lastra di pietra d’Istria è una testimonianza unica del suo genere, dato che le altre non sono sopravvissute al tempo e all’incuria, e rimanda al XVIII secolo, precisamente al 27 ottobre 1727, allorché il Governo Veneziano si mise d’impegno nel contrastare un fenomeno piuttosto dilagante in città: il contrabbando del pane. Su di essa è inciso l’editto su ambedue i lati, che vietava di cuocere, trasportare e vendere il pane se non all’interno dei panifici cittadini autorizzati, pena dure sanzioni.

Ecco il testo:

IL SERENISSIMO PRENCIPE
FA SAPER
ET ED ORDINE DELL’ILLVSTRISSIMO ET ECCELLENTISIMO SIGNOR
INQVISITOR SOPRA DATII
CHE ALCVNO COSI HVOMO COME DONNA NON ARDISCA DI FABBRICAR
O FAR FABRICAR VENDER E FAR VENDER PANE DI FARINA DI FORMENTO
IN QVAL SI SIA LVOGO DELLA CITTA’ COSI FORESTO COME CASALINO
NELLE CASE NE IN BARCHE NE PER LE STRADE ALLA PORTA D. GHETO
RIVA DELL’OGLIO SANTI APOSTOLI NEI ALTRI LVOGHI DELLA CITTA’
IN PENA DI CORDA PREGGION GALERA E DE DVCATI VENTICINQVE
PER CADAVNO OGNI VOLTA CHE CONTRAFACESSERO LA METTA DE
QVALI SUBE MINISTRI CHE FACESSERO LE RETENTIONI DELLE REI OLTRE
LA META DEL PANE E DVCATI DINQVE DALL ARTE DE PISTORI NE
POSSINO VSCIR DI PREGGIONE LI RETENTI SE NON HAVERANNO VNA
FEDE DAL GASTALDO SVE..TRO CHE SU STATA REINTEGRATA
ARTE DELLI DVCATI CINQVE ESBORSATI SE SI TROVASERO TRANS..
S DELLI FORNERI CADINO IN PENA DVPLICATA GIA DECRETATA.
…….ETA NON OTTIMA POSSINO ESSER RETENTI E POSTI
PER..V..ZZ SOPRA LE PVBLICE NAVI E S INTENDANO INCORSI E SOT
TOPOSTI A TVTTE LE PENE SPRADETTE QVELLI CHE LI AVESSERO
…NDATI A VENDER DETTO PANE.
E ALCVNO ARDISCE DI TEMERIAMENTE OSTARE ALLE RETENTIONI
…RELO ALL’ASPORTO DEL PANE S INDENDI CADVTO E SOCCOMBENTE
ALLE PENE MEDESIME DE DELINQVENTI POSSINO TANTO GL’VNI
QVANTO OGN ALTRO ESSER RETENTI DA OGNI CAPITANIO
CON LI PREMI SOPRADETTI.
POSSINO PVR ESSER RETENTI LI MAGAZINIERI OSTI E QVEI DELLE
CAMERE LOCANDE CHE TENESSERO PAN FORESTIER O D OGNI ALTRO
LVOGO FVOR DA QVEI PISTORI CHE FVSSERO OGLIGATI A RICEVERLO
SEMPRE SEGNATO E MARCATO GIVSTO ALL OBLIGO DELI STESSI
E NON ESSENDO CON TALI REQVESITI S INTENDI SEMPRE ..ER CONTRA
BANDO E LI MEDESIMI SOGGIETI ALLE SOPRADETTE PENE.
LI BARCAROLI CHE CONDVCESSERO PANE IN QVESTA CITTA’ E L
VASSERO PERSONE CHE NE PORTASSERO CABINO NELLA PENA DE
DVCATI VINTICINQVE E D ESSERLI ABBRVCIATA LA BARCA E S
INTENDINO BANDITI PER ANNI DVE DA QVEL TRAGHETTO IN
CVI ESERCITASSERO LA LIBERTA.
SIA IL PRESENTE PROCLAMA STAMPATO PVBLICATO ET INCISO
IN MARMO ALLA PORTA DEL GHETTO RIVA DELL OGLIO SANTI
APOSTOLI SAN MARTIN ET ALTRI LVOGHI PIV FREQVENTATI DA
CONTRAFACIENTI ACCIO RES.. PRESTAT L’INTERA OBBEDIENZA
ALLO STESO POSSA ESSER ADOTTO PRETESTO D IGNORANZA
PER VENIRE IN LVME DE REI SI ACCETTERANNO DENONCE SECRETE
E SI FORMERA PROCESSO PER VIA D INQVISITIONE CONTRO SIMILI CON
DRADATTORI ONDE SI ESTIRPI VN DISORDINE SI PERNITIOSO NON SOLO
ALL INTERESSE DEL PVBLICO CHE A QVELO DEL ARTE DE PISTORI.
DAT. LI 07 OTTOBRE 1707.
GIO. BATTISTA LIPPOMANO INQVISITOR SOPRA DACII
CANDIDO QVERINI NOD. DELL’INQVISIT.
ADI. 31 OTTOBRE 1727 PVBLICATO SOPRA LE SCALE
DI SAN MARCO E DI RIALTO AT ALTRI LOCHI

 

La stele, già oggetto nel passato di atti vandalici, è stata insudiciata dal “poaretto” di turno con le solite frasi idiote.

Stele del pan

Per fortuna il danno era di lieve entità, tanto che in poche ore si è provveduto a ripulirla con il solvente apposito per la pulizia della pietra e del marmo,

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in attesa del prossimo ebete.

44 commenti su “La “Stele del pan”. Un vandalismo di carnevale

    • Cosa posso dirti caro Borghettaro, se non darti ragione. Per quanto la nostra Italia sia uno scrigno senza pari di tesori culturali e naturalistici, l’italiano sembra aver un rapporto ambivalente con essa. Da una parte attinge dal passato, per “giustificare” il presente; dall’altra tratta con estrema superficialità le testimonianze di questo passato. Grazie per il commento

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  1. Purtroppo, non posso che essere d’accordo con il tuo commento. Comunque sia, sono più che mai positivo che un giorno le nostre “bellezze” riescano a far breccia negli animi degli italiani. Grazie per il commento. Marco

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    • Quali sberleffi? Ti ricordi gli individui che hanno imbrattato i lenocini? Hai letto qualcosa sulle conseguenze del loro atto? Niente . Il silenzio assoluto. Mi rattrista pensare che, al di là dei miei amici blogger amici della civiltà più ampia, simili scempi siano considerati dei semplici atti di goliardia, giustificabili con una semplice tirata d’orecchi

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  2. Il problema di Venezia è che ci vanno troppi turisti che non spendono un scheo, soldo. Dato che è una città museo, ci dovrebbe essere una tassa di ingresso di 5, 10 euro, poi investendo sti soldi si potrebbe tenere meglio la città e salvaguardare i suoi tesori. Ciao

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    • Il problema non si pone solo a Venezia, ma a tutte le città d’arte italiane e non solo. Quanti piccoli borghi custodiscono opere culturali o naturalistiche senza pari? Innumerevoli quanti i campanili. La logica del tuo commento è più che mai condivisibile ed auspicabile, ma chi dovrebbe occuparsi della gestione? La nostra classe dirigente, a prescindere dai diversi colori o schieramenti? Grazie per il commento. Ciao, Marco

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  3. Carissimo Marco sai che sono stata tentata di scrivere anch’io un articolo proprio su quella coppia di stupidi esibizionisti ” all’ opera” sotto il ponte di Calatrava? Poi ho optato per altro. Avranno giusto pagato un’ ammenda per atti osceni in luogo pubblico, e basta , cos’ altro? Come mi sarebbe piaciuto trovarmi lì solo per umiliarli, offenderli con brutte parole, ma avrebbero forse capito o se ne sarebbero fregati? Credo più la seconda. Persone così non hanno cervello o sensibilità tale da rendersi conto di quanto il loro gesto possa offendere il buon gusto e non solo. Poteva assistere alla bella scena chiunque, bambini compresi. Possibile che non ci debbano essere limiti alla decenza? E’ davvero oggi possibile qualunque cosa , nessuno scrupolo? Non si tratta di libertà, ma di rispetto verso gli altri e di rispetto e amore per una città che è patrimonio di tutti. Ricordo ancora quando una ragazza pensò bene di far ” pipì ” ( perdonami ) dentro al Canal Grande. Non esiste nemmeno in questo caso, la consapevolezza che i propri istinti vanno controllati altrimenti si è come le bestie . E pensare che la ragazza del ponte fosse veneziana fa ancora più male Per la stele scriverci sopra è solamente dimostrare quanto si è vuoti dentro, quanto si è stupidi e superficiali. Sono nauseata da tanto menefreghismo. Credere che le bravate facciano ridere, è non capire nulla. Il bello va tutelato e rispettato sempre. Che gli idioti che ahimè circolano ovunque, si rendano conto che tutte le bellezze che abbiamo, almeno la gran parte, si devono a tutti i grandi, ( pittori, scultori, e artisti di vario genere ) che ci hanno preceduto. Deturpando invece di tutelare, è solo un gioco controproducente. La nostra storia presente ha un senso solo grazie alla nostra storia passata. Le opere tramandate fanno vivo il nostro tempo.Se lo ficcassero bene in testa gli idioti. Scusa lo sfogo e grazie con tutto il cuore. Un bacione grande amico mio. Isabella

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      • Mio caro amico hai visto a proposito che la signora in questione è morta per overdose qualche giorno fa? Ti abbraccio caro Marco . Isabella

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      • Cara Isabella, avevo visto sulle prime pagine i titoloni sul l’ennesima vita spezzata dall’eroina a Mestre, tuttavia le fotografie che fissavano impietosamente il suo corpo tra i rifiuti hanno fatto si che saltassi alla pagina successiva. Mi dispiace per lei e per la sua famiglia. Un abbraccio. Marco

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    • Certo, i dementi che si sono resi responsabili dell’atto vandalico non sono assolutamente giustificabili, tuttavia non è un caso che nella Venezia di Casanova le gondole fossero dotate di una cabina smontabile detta felza. Quanti racconti boccacceschi avrebbero potuto raccontare le felze, comunque lontano dagli occhi e dalla sensibilità di tutte le altre persone. Oltre al cattivo gusto, e mi limito, purtroppo i due genialoidi in preda agli ormoni hanno provocato dei successivi atti emulativi. Si sa, il cretino di turno non è “imprevedibile”, anzi. Grazie per il commento

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    • Purtroppo è cosa di ogni giorno. È solo di qualche ora fa il crollo di una chiesetta longobarda a Onigo dì Pederobba, nel trevigiano. Ovviamente la causa è ascrivile al suo stato d’abbandono.

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    • L’accorgimento potrebbe essere una soluzione, senza dubbio, ma in un Paese come il nostro, dove si passa da un eccesso all’altro, ravvedo il rischio di allontanare i nostri piccoli o grandi tesori dal contesto umano in cui sono nate. Ogni monumento deve vivere, con il rispetto che merita, con la popolazione, la cui storia li accomuna. Grazie per il commento

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