La dolciera siciliana, la nemesi delle vicende umane sul peso della storia

Pubblicato il 13 Mar 2025 da

45 commenti

Primi anni del Settecento, il secolo dei Lumi, foriero di grandi trasformazioni e feroci scontri sociali e militari, la Sicilia, la meravigliosa e assolata isola distesa sul Mediterraneo, e la Lombardia della dominazione spagnola e il successivo governo austriaco. Questa è l’ambientazione temporale e geografica di un romanzo edito poco tempo fa e di cui mi sono imbattuto per caso. Al centro della storia, il tessuto narrativo è incentrato sulle vicende di due vite, che il destino, il fato o, visto il secolo, la Provvidenza farà sì che si intersechino, ponendoli in serio confronto, rafforzando o infrangendo gli ideali nel caleidoscopio dell’esistenza di tutti i giorni. Una dei protagonisti è Maria, un’orfanella di dodici anni, che vive nel Reclusorio, una sorta di collegio, del convento del Santo Rosario a Modica, antica e bellissima cittadina del ragusano, conosciuta per lo più per la produzione della rinomata cioccolata. Il secondo, invece, è il giovane Giuseppe Ripetti, cresciuto nelle umide terre del nord, nel cuore di una società contadina, logorata dalla fatica e dallo spettro della povertà più assoluta.

Maria assiste alla morte dell’amica Alfonsina, causata dalla Tubercolosi, dopo averla accudita negli ultimi scampoli di vita. Con l’animo in mille pezzi, la piccola approfitta di un momento di confusione per salire di nascosto sopra un carretto, che aveva consegnato le vettovaglie al convitto, e fugge dal Reclusorio. Ore dopo, viene trovata dal medico e filosofo Tommaso Campailla in condizioni pietose, terribili. Impietosito, la prese con sé e la fece vivere sotto il suo stesso tetto, come “criata”, ovvero ponendola a servizio della sua famiglia per i lavori domestici. Del resto, era “a’ bona crianza de patruni,” quella di possedere molti servi.

La bimbetta non lo dirà, ma era stata scoperta dal carrettiere ed era stata stuprata. Maria non poteva saperlo, ma il mostro non solo le aveva fatto male, molto male fino dentro l’anima, ma le aveva anche trasmesso un terribile ricordo di quel momento: la sifilide.

Presto, molto presto il Campailla decifrò il carattere e l’intelligenza della bimba, che osservava e imparava velocemente. Peraltro, portava il nome della “Madonna del Carmine”. Addirittura, scoprì che la criata sapeva leggere e scrivere. Si dedicava con passione alla lettura e, spesso, riusciva a sorprenderlo con le sue domande e le considerazioni. Un giorno, Maria scoprì la cucina, l’arte della cucina e se ne innamorò, divenendo in poco tempo da garzone di cucina a versata e creativa maestra delle pietanze. Dopo la morte del suo benefattore, conobbe la sottile malizia della vedova, che la licenziò senza tanti giri di parole. Ormai cresciuta, Maria decide di affrontare la vita partendo per la più grande Catania, ma, ancora traumatizzata dalla violenza subita sul suo corpo e sul suo animo, assume le sembianze di un ragazzo. Dopo aver raggiunto la grande città ai piedi dell’Etna, venne assunta dal principe Vincenzo di Valguarnera, nella cui magione affinerà sempre di più le sue doti di cuoca, lasciando a parte i sentimenti e i primi fremiti che il giovane corpo cominciava a dare. Il Fato si mise in movimento e Maria s’imbatté in uno degli ospiti del Principe. Si trattava del giovane poeta e precettore Giuseppe Ripetti, le cui qualità intellettuali s’accompagnavano ad una fama di irresistibile tombeur de femmes. Dotato di autostima, per certi versi a ragione, dato che era riuscito a superare le asperità della povertà, non si dava pace per il mancato conferimento nel Parnaso della poesia. Non si capacitava che la pubblica opinione non lo avesse sollevato all’alloro e qualcun altro sì, decisamente mediocre. Come mai la gente non apprezzava i suoi madrigali, i suoi versi? Comunque, in quei giorni, si trovava in Sicilia, in qualità di delegato dall’Accademia degli Introversi, con l’incarico di trovare nuovi sodali tra gli aristocratici siciliani.

Maria e Giuseppe, ambedue ridestati da esaltazioni amorose e deliri erotici, sembrano prigionieri delle loro ambizioni e desideri, ma, come in ogni buona storia che si rispetti, tutto si complica e, senza voler anticipare il seguito, gli eventi prendono una piega del tutto inaspettata, che mi ha sorpreso sinceramente. In ogni modo, i personaggi primari e secondari sono molto più multiformi di quanto possa sembrare da questa sintetica illustrazione, mentre nel suo insieme “La dolciera siciliana” si può ricondurre nell’alveo della grande famiglia della moderna epica dell’uomo comune, traendo la più che felice definizione di “latter-day epic for everyman”, di Ben E. Perry, nella quale le singole esistenze sono chiamate a ritrovare sé stesse oppure il baratro dell’annichilimento di sé. Infatti, il romanzo racconta del senso della vita e della riscoperta dei suoi valori fondamentali, senza mai dimenticare che “l’aspetto del mondo cambia, sempre uguale a sé stesso resta, nel tempo, il cuore dell’uomo” (J. Gotthelf).

L’autrice, la siciliana Annamaria Zizza, ha fatto leva su tutti i tasti della caratterizzazione del romanzo storico. Il tessuto narrativo, infarcito con affascinanti scelte lessicali e figure dialettali, mi ha accompagnato felicemente dall’inizio fino alla fine. Una lettura della biografia dell’autrice è anche chiarificatrice del percorso creativo che ha condotto al romanzo. Insegnante di materie letterarie in un liceo nella bella Acireale, ha composto altri romanzi storici di altra ambientazione, storica e geografica; inoltre è autrice di numerosi articoli di storia antica, in particolare sulla Roma repubblicana e imperiale.

Il romanzo, pubblicato con i tipi della Marlin Editore, è stato inserito nella rosa del premio Strega. Evidentemente piace.

Categoria: Senza categoria

45 commenti su “La dolciera siciliana, la nemesi delle vicende umane sul peso della storia”

  1. “Evidentemente piace.”
    .
    Modica è stato il luogo dei miei studi contabili, nella seconda metà degli anni ’50.
    .
    Recensione interessante, invita alla lettura: grazie.

    Piace a 3 people

    Rispondi

  2. mi ha affascinato la tua recensione marco anche perché son rimasta con molte curiosità e poi la sicilia è nel mio cuore…come venezia. davvero felice di averti letto mi procuro subito il romanzo l’autrice promette bene. abbrccio V.

    Piace a 4 people

    Rispondi

  11. Buongiorno, non conoscevo questa scrittrice siciliana. Mi piacciono molto i romanzi storici. Modica, oltre al cioccolato, è nota al grande pubblico per gli episodi del commissario Montalbano.. Grazie per questa bella ed esaustiva recensione. Buona giornata

    Piace a 1 persona

    Rispondi

    • Grazie per il commento. La sua è stata una tirata d’orecchio con i fiocchi. Me la sono meritata davvero. Il compianto Camilleri ha donato sprazzi di Modica spettacolari, che vanno bel al di là della semplice citazione di una pregiatissima produzione locale per quanto di interesse internazionale, soprattutto per i golosi come il sottoscritto. Ritengo che l’autrice della Dolciera farà parlare ancora di sé. Sono sicurissimo. Grazie ancora per il suo commento e le auguro Buona Pasqua. Marco

      "Mi piace"

      Rispondi

  13. Ma che bella condivisione! Grazie davvero per la dritta.. Eh…quando si parla di Sicilia e sicilianità barcollo d’estasi. Apprezzo molto il richiamo biografico, ne sono molto appassionata (del genere) pertanto trovo le informazioni sempre molto suggestive.
    Buona serata!

    Piace a 1 persona

    Rispondi

  15. Hai dato un delicato ed interessante motivo per indurci alla lettura e solitamente le recensioni sono soggettive e di gusto personale: come tutte le storie questa è particolare per l’ ambientazione e anche i personaggi.La Sicilia è particolare e da siciliana capisco quanto sia difficile per una donna cominciate a farsi strada da sola ed essendo siciliana posso dire che ancora la donna non è paritaria per diritto con l’ uomo anche perché nella maggior parte delle famiglie vige il patriarcato ch’è un tutto dire ed è molto difficile per una giovane donna riuscire a poter lavorare e mantenersi da sola. È un periodo che ho poco tempo da dedicare alla lettura, ma tu hai fatto in modo da instillare interesse e non dico subito, ma leggerò questa storia interessante . Comprerò il libro anche se la lettura la riserverò ad un periodo un po’ più tranquillo , perché se ho altre cose per la testa non so leggere ed immergermi con passione nella storia.Grazie e un saluto dalla mia bella isola tutta da visitare per accogliere i profumi e il paesaggio.Ciao🙋🏻🙏🏻🥰🤍👍🏻

    Piace a 2 people

    Rispondi

    • Cara Desiré, mi dispiace tanto. Hai ragione ti ho trascurato, ma, senza voler entrare nel merito, è un periodo un pò pesante, tanto da aver trascurato il mio blog, per quanto sia desideroso di riprendere a scrivere. Sperò che ciò possa permettere la navigazione, comunque vada è stato un piacere dialogare con te nei precedenti commenti. Un abbraccio, Marco

      Piace a 1 persona

      Rispondi

  17. È questione di rispetto : leggere e lasciare un commento o un like.Se si lascia il like non succede nulla ,se si lascia un commento devono essere in grado di relazionarsi e molti scrivono una poesia ( per giunta scadente )e credono di aver scritto ” La Divina Commedia ” e non si degnano di rispondere adeguatamente per quello che tu lasci scritto .Su WordPress c’è tanta gente cafona che posta ( non è il caso tuo) ma non si degna di rispondere o se risponde solo un grazie dopo un lungo commento…Per me è un’ offesa , è come se mi voltassero le spalle mentre sto parlando e se ci fai caso è lapalissiano ch’è la medesima cosa.
    Comunque tu scrivi tanto come faccio io e rispondo a tutti anche a chi lascia solo un’ emoji rispondo col saluto.
    Nei miei articoli che siano poesie o riflessioni, mi lasciano lunghi commenti ( certo non tutti) ed io rispondo sempre adeguatamente.
    Tu , in due articoli mi hai ignorata dopo aver risposto ai tanti commenti di altri blogger.
    Dico sempre ciò che penso, ho pochi Amici ed estrometto dal mio cammino chi non merita che lasci un commento sui suoi post.
    Buonanotte!

    Piace a 1 persona

    Rispondi

    • Devo darti atto ancora una volta che hai ragione. Il rispetto verso qualcuno che lascia un commento dovrebbe essere il più ampio possibile, soprattutto nei confronti di chi ti segue con assiduità. Sulla lettura … dunque, sono quello che si potrebbe definire un compulsivo ossessivo – privo di istinti omicidiari – e leggo gli articoli dei blogger ai quali sono “abbonato”. Ciascuno di loro mi insegna sempre qualcosa di nuovo e lo scopro sempre, giorno dopo giorno. Per il resto, se non ti ho risposto non è che ti abbia ignorata, anzi ci tengo. Non sono solito a voltare le spalle a chicchessia, figuriamoci a chi mi sprona a scrivere sul blog. Ti ringrazio anche per questo. Mi si potrebbe obiettare il fatto di essere un procrastinatore seriale, certo dei segnali ci sono, ma ti assicuro che non è così. Semplicemente sono alle prese con qualcosa di nuovo, che mi affascina molto. Il fatto che tu sia onesta e diretta, implica necessariamente un taglio discriminatorio tra conoscenti ed amici, figuriamoci sui blog. Al di là di tutto ciò, che non vuole essere una giustificazione, grazie per le tue parole che ritengo opportune. Un abbraccio. Marco

      Piace a 2 people

      Rispondi

Lascia un commento

Fama fraternitas
Categorie