Laudabunt alii claram Rhodon aut Mytilenem…
Ornato di gran pregio e di valenza
e risplendente di loda adornata,
forte mi pregio piú, poi v’è in plagenza
d’avermi in vostro core rimembrata
ed invitate a mia poca possenza
per acontarvi, s’eo sono insegnata,
come voi dite, c’agio gran sapienza,
ma certo non ne sono amantata.
Amantata non son como voria
di gran vertute né di placimento;
ma, qual ch’i’ sia, agio buono volere
di servire con buona cortesia
a ciascun ch’ama sanza fallimento:
ché d’Amor sono e vogliolo ubidire.
grazie per queste proposte
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Sono felice che siano piaciute le composizioni delle diverse poetesse. Ci tenevo molto a proporle, dato che – come hai ben detto in un altro post – anche loro rappresentano il basamento, sopra il quale si fonda tutta la nostra letteratura. Grazie per i tuoi commenti, sempre graditi. Un abbraccio
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peccato tu posti così di rado, ciao!
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Hai ragione. Oltre a cospargermi il capo con la cenere prometto che sarò più presente. Grazie ancora. Ciao. Marco
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Ciao, grazie
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È sempre un piacere, per me, scoprire autori e autrici, con loro sonetti (genere di cui sono invaghita).
Un saluto,
Irene Rapelli
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Grazie per il tuo commento. Condivido anch’io questa tua passione. Grazie ancora. Alla prossima
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Non la conoscevo, ma che bella!
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Fa piacere conoscere la prima poetessa della lingua volgare italiana. Grazie!
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