Laudabunt alii claram Rhodon aut Mytilenem…
La bella Ebrea che con devoti accenti
Grazia impetrò da più sublimi cori,
Si che fra stelle in ciel ne i sacri ardori
Felice gode le superne menti,
Al suon che l’alme da i maggior tormenti
Sottragge, Ansaldo, onde te stesso onori,
Spiegar sentendo i suoi più casti amori
I mondi tiene alle tue rime intenti.
Quindi l’immortal Dio, che nacque in Delo,
A la tua gloria la sua gloria acqueta,
Né la consumerà caldo né gelo.
Colei ancor, che già ti fè Poeta,
Reggendo questa, da l’empireo Cielo
Darà per sempre a i carmi tuoi la mèta.
La bella ebrea che con devoti accenni – A. Cebà, Lettere d’Ansaldo Cebà scritte a Sarra Copia e dedicate a Marc’Antonio Doria, Genova, 1623, lett. I, 19, maggio 1618.
Mai sentita prima ma mi piace.
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dai grandi scrittori del passato abbiamo sempre da imparare 😉
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si impara sempre qualcosa di nuovo. bella
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