IL RECINTO FORTIFICATO DI GIAON DI LIMANA

Una semplice rotonda, come tante altre costruite negli ultimi anni sulla strada provinciale, che da Belluno conduce a Feltre, nasconde un tesoro nascosto, un luogo dove cultura e natura, antico e moderno si incontrano, armonizzandosi in un paesaggio suggestivo da lasciare senza fiato il visitatore. Lasciato alle spalle il centro di Limana e diretti in Valpiana, ci si immerge nella magia dei “Miracoli di Val Morel”, ed è facile lasciarsi ammaliare dall’atmosfera, creata dalla penna di Dino Buzzati. Il grande scrittore e poeta lasciò detto che “il paese di Valmorel esisteva ancora, tale e quale. Esistevano i colli, le ripe scoscese, le vecchie casere, le modeste rupi affioranti, il Col Visentin, esisteva ancora intatto l’incanto del tempo dei tempi”; intuendo qualcosa che solo le moderne indagine storico archeologiche hanno cominciato a far emergere. La fascia collinare della Valpiana ha conosciuto una lunga frequentazione umana, che affonda le sue radici nelle popolazioni dell’Età del Ferro provenienti dalla pianura, per culminare nei Cavalieri dell’Ordine Teutonico di San Pietro in Tuba.

Tra le testimonianze lasciate dall’uomo vi è quella, che, i cartelli dell’itinerario turistico de “I Miracoli di Val Morel”, ricordano come il “Villaggio fortificato della Madonna di Parè”, situato nella frazione di Giaon, lungo la strada verso la Valpiana. Verso la fine degli anni ’70, a pochissima distanza della chiesetta dedicata alla Madonna di Parè, un piccolo edificio dall’incerta datazione originaria, degli appassionati dell’Associazione “Amici del Museo” di Belluno, i quali si trovarono a perlustrare un’altura, le cui caratteristiche e, soprattutto, i racconti dei locali facevano ben sperare di trovare qualcosa di interessante.

 

 

Dopo una semplice ricerca di superficie furono individuate delle murette, che legavano i massi erratici presenti, creando una sorta di cinta fortificata ovale di circa duecento metri con un’area circoscritta di circa 2400 metri quadri. L’accesso al villaggio era posto a meridione e si costituiva di una rampa ricavata da una sovrapposizione di pietre disomogenee a secco. Difeso dalla scarpata a nord ovest, i lati sud-est, più vulnerabili, il sistema difensivo era costituito da mura in laterizio ancorato da malta; ed era anticipato da una trincea. All’interno si poterono osservare delle murature basamentali, che furono indentificate come fondazioni di abitazioni e di un ambiente di notevoli dimensioni privo di pavimentazione (7 X 15 m.), interpretato come un ricovero per animali o come un edificio di culto. Agli inizi del 1994 venne compiuta una nuova ricognizione, che, in linea di massima, confermò quanto evidenziato nella precedente, compreso la datazione attribuita all’alto medioevo.

 

Giaon-Limana-Sentiero-Buzzati-Madonna-Pare-00

 

Il sito appare provvisto di un sistema fortificatorio – la cui realizzazione risulta piuttosto disomogenea e la stessa esecuzione figura qualitativamente scarsa – che rileva da parte della popolazione circostante l’urgenza di erigerlo in presenza di una minaccia incombente. Inoltre, la planimetria delle murature rilevate non sembra delineare un abitato rurale arroccato, all’interno del quale di norma le dimore e i stallaggi trovavano disposizione sull’intera superficie senza alcun schema preordinato e senza un’ottica di lungo termine. L’insediamento, invece, sembra ricalcare il genere dei “refugia” in altura tardo antichi, che si caratterizzano per la presenza di recinti, coperti o meno, per gli armenti e la quasi assenza di edifici abitativi, dal momento che erano riservati ad alloggiare per un tempo limitato le persone e gli animali, in vista di un pericolo. Le strutture identificate potrebbero delineare dei vani seminterrati, nei quali venivano conservate le granaglie e gli utensili, sopra dei quali vi erano delle capanne di legno. Una struttura del genere presuppone un latente stato d’incertezza vissuto da questa popolazione, il che offrirebbe qualche indizio sulla sua stessa datazione, rimandando al V secolo, al collasso del sistema difensivo imperiale, allorché per la difesa si fece ricorso a soluzioni locali.

 

 

Curiosa a questo proposito la tradizione, non supportata da alcuna evidenza archeologica, sulla fondazione della vicina chiesa della Madonna del Parè, che la farebbe risalire al V secolo.
Comunque sia, ogni proposta interpretativa potrà essere avanzata solo alla luce di un ampliamento delle indagini. Tutto dovrà attendere il vaglio di approfondite campagne di ricerca, ma, data la consonanza cronologica e culturale con altre esperienze similari vicine, non sorprenderebbe molto se il piccolo colle, all’apparenza privo di un significato particolare e lasciato alla vegetazione, rivelerà una storia lunga di secoli, per lo più sconosciuta.

 

6 commenti su “IL RECINTO FORTIFICATO DI GIAON DI LIMANA

  1. Encontrar, puede ser casualidad.
    Restaurar, siempre dependerá de arqueólogos y presupuestos…
    Salvar, se hace dando a conocer a los demás lo que tienen en sus manos.
    Felicidades!

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